Lesioni muscolari: classificazione, trattamento e ruolo dell’osteopatia e della chinesiologia
- Luca Denni
- 4 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min
Le lesioni muscolari rappresentano una delle problematiche più comuni in ambito sportivo e riabilitativo. Possono colpire atleti professionisti e amatoriali, ma anche soggetti sedentari durante attività quotidiane o occasionali.
La corretta gestione di queste lesioni è fondamentale per evitare cronicizzazioni, recidive e limitazioni funzionali.
Cause delle lesioni muscolari
Le lesioni muscolari si verificano in seguito a un danno acuto o cronico delle fibre muscolari, dovuto principalmente a:
· Traumi diretti (contusioni)
· Contrazioni eccentriche eccessive o mal controllate
· Squilibri muscolari
· Affaticamento muscolare
· Scarsa preparazione fisica
· Movimenti improvvisi e non controllati
· Inadeguato riscaldamento o recupero
· Problemi posturali e biomeccanici
Classificazione delle lesioni muscolari
Le lesioni si classificano in base alla gravità del danno e alla natura dell’evento traumatico:
1. Lesione da trauma diretto
Contusione: impatto diretto sul muscolo, spesso con formazione di ematoma.
2. Lesione da trauma indiretto
2.1. Contrattura: aumento del tono muscolare senza lesione delle fibre. Solitamente legata a sovraccarico funzionale.
2.2. Elongazione: stiramento eccessivo delle fibre con possibile danno minimo.
2.3. Strappo muscolare: I grado (lesione lieve), rottura di poche fibre. Dolore localizzato e funzionalità conservata. II grado (lesione moderata), rottura parziale. Dolore acuto e perdita parziale della forza. III grado (lesione grave), rottura completa del ventre muscolare. Dolore intenso e perdita completa della funzione.
Trattamenti: protocolli medici, riabilitativi e chinesiologici
Il trattamento dipende dalla gravità della lesione e deve seguire una fase acuta, subacuta e di recupero funzionale.
Fase acuta (0-72 ore)
· Protocollo PRICE: Protezione, Riposo, Ice (ghiaccio), Compressione, Elevazione.
· Esami diagnostici: ecografia o risonanza magnetica per determinare l’estensione della lesione.
· Farmaci: antinfiammatori, solo se prescritti (poiché l’utilizzo di FANS aumenta considerevolmente eventuale sanguinamento del tessuto danneggiato); crioterapia.
· Riposo attivo: evitare stress sulla zona lesa ma mantenere mobilità nelle articolazioni vicine.
Fase subacuta
· Fisioterapia
· Terapie fisiche e antalgiche (tecar, laser, elettroterapia, ecc.)
· Mobilizzazione attiva e passiva assistita
· Stretching leggero
· Chinesiterapia (esercizi isometrici a graduale progressione verso il carico)
Fase di recupero
· Chinesiologia correttiva
· Rinforzo muscolare progressivo (eccentrico e concentrico)
· Riprogrammazione neuromuscolare
· Lavoro su equilibrio, propriocezione, gestualità specifica per lo sport
· Recupero funzionale, Return to Play Protocol, test funzionali e simulazioni sportive per il rientro.
Ruolo dell’osteopatia
L’osteopatia è un valido supporto complementare in ogni fase del recupero. Interviene su:
· Disfunzioni fasciali e miofasciali
· Compensazioni posturali a seguito dell’infortunio
· Recupero della mobilità articolare e tissutale
· Prevenzione delle recidive mediante un approccio sistemico
Trattamenti osteopatici mirati favoriscono il drenaggio linfatico, il miglioramento della circolazione e la decontrazione dei muscoli accessori coinvolti.
Importanza del riposo e dell’individualizzazione del trattamento
Il riposo è un elemento fondamentale. Inadeguati tempi di recupero possono portare a:
· Incompleta rigenerazione tissutale
· Fibrosi muscolare
· Compensazioni biomeccaniche pericolose
Ogni persona risponde in modo diverso alla lesione e al trattamento. Le linee guida rappresentano una base di partenza, ma devono essere adattate al singolo individuo in base a:
· Età
· Stato di salute generale
· Abitudini motorie
· Carico di lavoro
· Storia clinica
· Sport praticato
Conclusioni
Le lesioni muscolari richiedono un approccio integrato e personalizzato. La collaborazione tra medico, fisioterapista, chinesiologo e osteopata permette una gestione multidisciplinare efficace riducendo i tempi di recupero e prevenendo recidive.
Il rispetto dei tempi biologici di guarigione, l’applicazione di protocolli Evidence based e l’adattamento alle risposte individuali sono la chiave per un ritorno sicuro e duraturo all’attività fisica.
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