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Lesioni articolari: classificazione, trattamento e approccio integrato

Le lesioni articolari rappresentano una delle cause più comuni di dolore e disfunzione muscolo-

scheletrica, colpendo atleti, lavoratori, anziani e soggetti sedentari.

Si tratta di danni che interessano l'articolazione, cioè il punto di unione tra due o più ossa, coinvolgendo strutture come cartilagini, legamenti, menischi, capsule, membrane sinoviali e muscoli.

Classificazione delle lesioni articolari

Le lesioni articolari possono essere classificate secondo diversi criteri:

1. In base alla causa

- Traumatiche: dovute a incidenti, cadute, movimenti bruschi, torsioni o impatti (es.

distorsioni, lussazioni).

- Microtraumatiche da sovraccarico: causate da sollecitazioni ripetitive nel tempo (es.

sindrome femoro-rotulea, conflitti subacromiali).

- Degenerative: correlate a processi cronici, come l’artrosi o le condropatie.

2. In base alla struttura coinvolta

- Capsulo-legamentose: distorsioni, instabilità articolare.

- Cartilaginee: condropatie, lesioni meniscali.

- Muscolo-tendinee associate: tendinopatie, strappi periarticolari.

- Osteo-articolari: fratture articolari, osteocondriti dissecanti.

3. In base alla gravità

- I grado: lieve stiramento o contusione, senza instabilità.

- II grado: lesione parziale, con instabilità moderata.

- III grado: rottura completa o lussazione franca, con instabilità severa.


Sintomi tipici

- Dolore acuto o cronico.

- Gonfiore e versamento articolare.

- Limitazione del movimento.

- Instabilità o blocchi articolari.

- Rigidità mattutina (soprattutto in lesioni degenerative).


Diagnosi delle lesioni articolari

La diagnosi accurata di una lesione articolare è fondamentale per impostare un trattamento

efficace e personalizzato. Il processo diagnostico si articola in più fasi: anamnesi dettagliata, esame clinico obiettivo e, quando necessario, esami strumentali. L’anamnesi consente di comprendere la dinamica dell’infortunio, la localizzazione del dolore, i sintomi associati e l’eventuale presenza di episodi precedenti. Durante l'esame obiettivo, il professionista valuta segni di instabilità, limitazione articolare, edema, crepitii, oltre a test specifici ortopedici e funzionali. Per confermare la diagnosi o approfondire il quadro clinico, si può ricorrere a strumenti come radiografie, ecografie, risonanza magnetica nucleare (RMN) o TAC, utili per visualizzare con precisione strutture ossee, legamentose, cartilaginee e capsulari.

L'integrazione tra valutazione clinica e imaging permette di definire con precisione il grado della lesione, guidando la scelta terapeutica e la prognosi.


Diagnosi differenziale

La diagnosi differenziale riveste un ruolo essenziale nell’identificazione corretta della lesione

articolare, soprattutto quando i sintomi sono aspecifici o condivisi con altre patologie. È

importante distinguere tra lesioni di tipo meccanico (es. distorsioni, lesioni meniscali, instabilità

legamentose) e condizioni di tipo infiammatorio, neurologico o sistemico. Ad esempio, un dolore

al ginocchio può derivare da una lesione meniscale, ma anche da una sindrome femoro-rotulea, da una borsite o da un’irritazione del nervo safeno. Nel caso della spalla, una limitazione articolare può essere causata sia da una capsulite adesiva (spalla congelata), sia da un conflitto subacromiale o da una radicolopatia cervicale. L’accuratezza della diagnosi differenziale si basa sull’esperienza clinica, sull'uso di test funzionali mirati e sull’integrazione con esami strumentali, evitando così ritardi nella terapia o trattamenti inappropriati.


Imaging avanzato

Negli ultimi anni l’utilizzo di tecniche di imaging avanzato ha migliorato significativamente la

precisione diagnostica delle lesioni articolari. La risonanza magnetica nucleare (RMN) è oggi lo

strumento di riferimento per lo studio dei tessuti molli intra-articolari, come legamenti, menischi, cartilagine e membrane sinoviali, permettendo una valutazione dettagliata anche in fase subclinica. In ambito dinamico, l’ecografia muscolo-scheletrica offre un’ottima risoluzione per lo studio in tempo reale di tendini, borse e versamenti articolari, ed è particolarmente utile nel monitoraggio evolutivo della lesione e nella guida delle infiltrazioni. La tomografia computerizzata (TAC), invece, è indicata nei casi di fratture articolari complesse o per la valutazione morfologica tridimensionale di articolazioni come polso, gomito o caviglia. Infine, tecniche emergenti come l’artro-RMN, l’elastografia e la radiologia funzionale 3D stanno guadagnando spazio nella diagnosi precoce di alterazioni biomeccaniche, contribuendo a una pianificazione terapeutica più personalizzata e mirata.


Trattamento convenzionale

Il trattamento delle lesioni articolari dipende dalla causa, dalla gravità e dalla struttura coinvolta.

Le principali linee guida includono:

1. Fase acuta (PRICEMM)

- Protezione

- Riposo relativo

- Ice (crioterapia)

- Compressione

- Elevazione

- Medicazione (farmaci antidolorifici e/o anti-infiammatori solo se prescritti)


- Mobilizzazione precoce controllata

2. Fase subacuta e riabilitativa

- Fisioterapia mirata.

- Rinforzo muscolare.

- Lavoro propriocettivo e neuromotorio.

- Eventuale infiltrazione (acido ialuronico, PRP).

- Chirurgia in caso di gravi lesioni (es. ricostruzione legamentosa, artroscopia meniscale)


Il valore dell’Osteopatia nelle lesioni articolari

L’osteopatia si inserisce efficacemente nel trattamento delle lesioni articolari, specialmente nel

recupero funzionale, nella gestione del dolore e nella prevenzione delle recidive.

Come agisce l’osteopata:

- Ripristina la mobilità articolare alterata attraverso tecniche manuali mirate.

- Interviene sul sistema miofasciale per ridurre tensioni secondarie o compensi.

- Migliora la circolazione linfatica e il drenaggio locale, accelerando i tempi di recupero.

- Lavora a distanza su disfunzioni biomeccaniche associate (es. bacino, colonna, appoggio

plantare) che influenzano l’articolazione lesionata.


Esempio pratico

In una distorsione di caviglia, l’osteopata non si limita a trattare localmente l’articolazione, ma

valuta e corregge eventuali disfunzioni a livello del ginocchio, anca o rachide che possano aver

favorito l’evento traumatico o ostacolare il recupero.


Il ruolo della Chinesiologia nella riabilitazione articolare

La chinesiologia si occupa dello studio del movimento umano e, in ambito terapeutico, utilizza

l’esercizio come strumento per il recupero funzionale.

Obiettivi chinesiologici nelle lesioni articolari:

- Recuperare il range articolare completo.

- Rinforzare in modo selettivo la muscolatura deficitaria.

- Allenare l’equilibrio e la propriocettività.

- Prevenire squilibri muscolari e recidive (ciclo cumulativo dell’infortunio)

- Educare il paziente al movimento corretto, migliorando la postura e i gesti motori.


Metodo integrato

Un chinesiologo lavora in sinergia con osteopata e fisioterapista, impostando protocolli di esercizio progressivo che rispettano i tempi biologici di guarigione, adattandoli alle esigenze specifiche del paziente.


Conclusione: l’importanza di un approccio multidisciplinare personalizzato

Le lesioni articolari, pur seguendo quadri clinici spesso ben codificati, richiedono un approccio

terapeutico integrato e individualizzato. Le linee guida internazionali, basate su evidenze

scientifiche, offrono un riferimento prezioso per il trattamento e la gestione del paziente. Tuttavia, è fondamentale ricordare che ogni persona presenta caratteristiche uniche: stato di salute generale, età, stile di vita, livello di attività fisica, storia clinica pregressa e risposta soggettiva alla terapia.

Per questo motivo, un approccio multidisciplinare che coinvolga medici, fisioterapisti, osteopati,

chinesiologi e altri professionisti sanitari è spesso la chiave per un recupero efficace e duraturo.

Questo modello permette di integrare competenze, di adattare le linee guida al singolo caso

clinico, di monitorare in modo continuo l’evoluzione della lesione e di intervenire precocemente

su eventuali fattori predisponenti o ostacolanti. Solo con una visione globale e personalizzata è

possibile garantire un trattamento realmente efficace, prevenire recidive e restituire al paziente la piena funzionalità e qualità di vita

 
 
 

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