Stretching Dinamico: tra Movimento e Neuroscienza
- Luca Denni
- 10 minuti fa
- Tempo di lettura: 2 min
Lo stretching dinamico è una forma di allungamento muscolare eseguita attraverso movimenti controllati e attivi, che portano le articolazioni e i muscoli a lavorare lungo il loro range di movimento fisiologico. Diversamente dallo stretching statico, in cui si mantengono le posizioni per periodi prolungati, lo stretching dinamico coinvolge movimenti ritmici che preparano il corpo all’attività fisica.
Perché utilizzare lo stretching dinamico?
1. Preparazione neuromuscolare: Lo stretching dinamico attiva i circuiti neuromuscolari migliorando la coordinazione tra sistema nervoso e muscoli. In pratica, "sveglia" il corpo prima dell’attività fisica.
2. Aumento della temperatura corporea: I movimenti ripetuti aumentano il flusso sanguigno, la temperatura muscolare e l’efficienza metabolica, preparando il sistema cardiovascolare all’attività.
3. Miglioramento della performance: Diversi studi mostrano che, a differenza dello stretching statico pre-allenamento (che può ridurre la forza esplosiva), lo stretching dinamico migliora potenza, velocità e agilità.
4. Prevenzione degli infortuni: Anche se il dibattito è ancora aperto, molti protocolli di riscaldamento efficaci includono lo stretching dinamico proprio per la sua capacità di attivare i muscoli e migliorare il controllo motorio.
Cosa ci dicono le neuroscienze oggi?
Le neuroscienze moderne ci offrono una chiave di lettura nuova e più precisa sullo stretching dinamico:
Plasticità neurale a breve termine: Il movimento ripetuto e controllato dello stretching dinamico stimola le connessioni neuronali responsabili della coordinazione motoria e del controllo propriocettivo. Questo potenziamento sinaptico temporaneo migliora l'efficacia del reclutamento muscolare.
Integrazione sensomotoria: L'attivazione combinata di recettori muscolari (come i fusi neuromuscolari) e articolari durante i movimenti dinamici contribuisce a migliorare l'integrazione sensoriale e motoria, essenziale per la precisione del gesto atletico.
Modulazione corticale: Studi tramite fMRI e EEG indicano che il movimento dinamico stimola aree corticali legate al movimento volontario, alla pianificazione motoria e all’attenzione, aumentando la prontezza mentale e la connessione mente-corpo.
Condizionamento motorio pre-attività: Lo stretching dinamico funge da “allenamento neurale” che prepara le reti motorie, rendendo più efficace e sicuro il successivo gesto atletico.
Quando e come usarlo?
Prima di un allenamento: come parte del riscaldamento. Esempi: skip, affondi camminati, slanci controllati, torsioni del tronco, jumping jacks.
Durante allenamenti neuromotori: per allenare la mobilità in sinergia con stabilità e controllo.
In sport specifici: con movimenti che imitano il gesto tecnico (es. calci controllati nel calcio, movimenti di spinta nella pallavolo).
Conclusione
Lo stretching dinamico non è solo un “riscaldamento muscolare”, ma un vero e proprio attivatore neuro-motorio. Grazie all’integrazione tra biomeccanica e neuroscienze, oggi sappiamo che muoversi bene prima dell’attività significa non solo proteggere il corpo, ma anche ottimizzare le prestazioni attraverso una stimolazione intelligente del sistema nervoso.
Muoversi è pensare con il corpo.
Lo stretching dinamico è il primo pensiero giusto.
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